Mentre scrivo queste righe, ciascuno di voi starà digerendo, arrotolato sul divano a mò di pitone,i bagordi delle feste, e fra π cravatte, dopobarba, maglioncini ed altra roba riciclata e\o sottratta ai bidoni della Caritas, faranno bella mostra di sé il reGGalo inteliGGente: i libri.
Certo, se vi hanno regalato l' ultima perla della Grande Letteratura Italiana, od il classico Romanzo Da Adolescenti se rientrate nella sfortunata fascia di lettori 10-25( aka " la pattumiera degl'editori") od il malefico Bestseller-Americano-Che-Vai-Sul-Sicuro, non credo che siano esattamente lodi quelle che state elevando a Chi è nato in questo giorno, mentre sfogliate pagine su pagine di PdV che saltabeccano leggiadri da un personaggio all'altro, dialoghi alla pene di canide, personaggi presi direttamente dall'hard discount dello stereotipo e le altre piacevolezze su cui i nostri critici letterarj glissano amabilmente, se al momento della recensione è avvenuto questo dialogo...
CRITICO-Il romanzo XYZ è un tema delle Elementari scritto da un bambino speciale! Ma chi è il cretino che l'ha fatto avere sulla mia scrivania?
CAPOREDATTORE-Veramente, l'hanno spedito direttamente dalla nostra casa editrice...
CRITICO-(gocciolone sulla fronte)Ah...eh, ma anche i temi dei bambini speciali sanno essere piacevoli... 10+!
Ma oltre a loro, potete "ringraziare" un'altra categoria: gli editors.
Ed è da "Repubblica" del 15 Dicembre 2010, nello stesso filone dove avevo trovato questa pepita , che vi cito l'intervista a Severino Cesari, codirettore di Stile Libero.
Stile Libero, perché se qualcuno vi
sta sul kaiser sappiate cosa regalargli!
Molto sobria, nello stile del miglior giornalismo italiano, la presentazione.
" Qualche nome in ordine sparso: Aldo Nove, Tommaso Pincio, Niccolò Ammaniti, i Wu Ming, Giancarlo de Cataldo, Paolo Nori, Valerio Evangelisti fino alle acquisizioni più recenti: Giorgio Falco, Antonella Lattanzi e ora Giuseppe Genna che ha speso un peana su Stile Libero e i suoi due maghetti "Ah, distrazione! Non sono stati citati fra gli autori della collana gegni preclari come Melissa P. o Paolo Crepet, và a sapere come mai...
Ma la parola passa a Cesari, che esordisce con un modesto " Faccio un mestiere invisibile ".
Più che invisibile, certe volte il lavoro d'un editor è intangibile , e lo stesso Cesari dev'essere consapevole del fatto che l'operato suo e dei suoi colleghi sia- come dire- vagamente discutibile, visto che il giornalista descrive il tono di lui come " sommesso, come se ogni volta che apre(sic!) bocca ti debba chiedere scusa"
Il giornalista pone la fatidica domanda sul perché sia invisibile, e soprattutto su cosa cacchio significhi.
Epica la risposta:
"Nel senso che non esiste davvero. Cos'è un editor? Per me è solo uno che legge e che ascolta ciò che legge. Non ci sono regole, discipline da seguire: c'è solo la tua mente che risuona di parole altrui. Naturalmente non vorrei che si scadesse in una specie di afflato mistico, perché è ovvio che esiste anche una parte tecnica. Ma non è il lato più importante ."
Afflato mistico, certo, ma
con scappellamento a destra?
Ah, bé, se non altro ha detto che è importante...
WTF?!?
Rewind!
"Non ci sono regole, discipline da seguire"
Ehm,sì, lo ha detto, od almeno è quanto il giornalista abbia trascritto: nell'editing non esistono regole.
Non esistono regole.
Non.
Esistono.
Regole.
" Ah, non lo so io! "
( Germano Mosconi)
E allora, stellina cara, come lo giudichi se un manoscritto sia buono o meno?
" Le persone che lo ascoltano sentono accadere qualcosa dentro di loro: tempeste di emozioni, paure, rabbia, gioia. Ecco, quando si è in grado di avvertire tutto questo, allora si è davanti alla nascita di un vero libro"
Qui abbiamo tre casi: Cesari non sa quel che dice; Cesari è in buona fede; Cesari è in mala fede.
Se è vero il primo caso,signori, questo è un grande omaggio postumo alla memoria del grande Monicelli: la miglior supercazzola spontanea mai detta dai tempi del Conte Mascetti.
Secondo caso? il nostro caro editor non è ancora venuto a conoscenza di quella novità editoriale di un certo Mark Twain, " Come Raccontare una Storia", apparsa appena appena 113 anni fa....
Il terzo caso, secondo me il più probabile, è che le sue dichiarazioni siano una pietosa pezza d'appoggio ai tanti autori che sono convinti che la scrittura sia un dono dal cielo,anzi, che ti venga fuori tipo starnuto
( Strazzulla said).
Il fermaporta
di casa Cesari
Forse consapevole d'aver sparato una
" La storia non era messa a fuoco perfettamente. Ma c'era quel timbro particolarissimo che, in termini analitici, sintattici, linguistici, significava che la storia era fatta di immagini nette, staccate per immagini nette, staccate per paratassi, molto fotografica e poco dinamica."
Nuovo omaggio a Monicelli,meno riuscito della precedente, ma basta il pensiero.
Ah, nota alla paratassi: quando un periodo viene costruito con frasi principali cordinate fra di loro.Non eviti l'ammorbamento da avverbj ed aggettivi, ma almeno ti risparmi il prezzemolo dei gerundj...
Il signor Cesari dimostra, comunque, se non di conoscere, almeno di comprendere il meccanismo dello show, don't tell, comprensione rovinata in zona Cesarini da quel " molto fotografica e poco dinamica ", proprio l'esatto contrario di come dev'essere una buona storia, descrizioni in primis.
L' intervista prosegue allucinata, coll'editor che, ormai pronto per il neurodelirj, sproloquia di " voci" che sarebbero la cifra stilistica dell'autore(?).
La Camera dei Segreti ad Hogwarts è
un buon posto per sentire le voci
Si recupera uno sprazzo di lucidità:
" Un autore è una specie di rabdomante che sa trovare le storie. La mia funzione è mettermi al suo servizio."
Giusto, bella come affermazione. Ma come speri di riuscirci?
*Sniff* Sono a dir poco commosso, ma il mio lato kattivo mi spinge a dirottarvi su quest'articolo di Gamberetta per sapere come gli editors in Italia facciano venir fuori quella voce,e non credo che dopo aver subito quel trattamento la voce in questione dica parole adatte ai minori ..." Il compito dell'editor è di far sentire che quella voce c'è, correggerla nei particolari, renderla leggera se è appesantita, più profonda se è superficiale, più estesa se è contratta. "
Concludiamo l'amena lettura facendoci svelare quale sia la missione di Stile Libero.
" Con Paolo Repetti abbiamo costruito Stile Libero nell'idea di conservare una dimensione artigianale senza prescindere dal mercato e dalle sue ragioni industriali "
Povero Ugo, ormai ti
plagiano senza pudore...
Ricapitoliamo?
Abbiamo uno dei massimi editors italiani, forse il maggiore, una persona chiamata a giudicare della qualità delle opere che gli vengono sottoposte e se necessario ad intervenirci, convinto fermamente, tanto da parlarne senza pudori in un'intervista, dei seguenti punti:
- Nell' editing non esistono regole
- Bisogna giudicare i libri in base a delle voci che ti risuonano in testa ( Serpentese?)
- Un'opera la si giudica in base alle emozioni che ti susciti e basta
- Una descrizione è perfetta quando sia l'esatto contrario di quanto prescrivono le regole della narrazione
- Nell'era degli e-books esiste ancora un piano "industriale" ed uno "artigianale" dell'editoria.
Senza commenti.
Anzi, no, uno solo: la parte sulle emozioni la si potrebbe tradurre in SMSese e copincollare in un forum di twilightrixes col nick b3LLa 1997, e nessuno noterebbe il trucco.
Buone feste.
Il blog chiude per le vacanze,
augurandovi un felice 2011! Ciao!
Finisce in un incubo, di cui non conosce l'origine, e grazie alla sua indole autolesionista, riesce a renderlo ancora più tetro e nero.
Mah... Chiamarlo caso letterario mi sembra eccessivo. E' vero che in Svezia sono orfani di Larsson e vorrebbero trovargli un erede, ma non trovo che Carlsson possa essere il candidato ideale. Ok, ha solo 24 anni, ma ho letto cose migliori di autori giovani. E poi gli fare l'esame del capello per vedere cosa gli gira in corpo!!